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Un particolare ringraziamento al Dott. Lamberto Rossi e al suo staff
per l’amichevole ospitalità e la qualità dei
servizi offerti presso il Centro Benessere “Frescina”.
Nel corso delle sette settimane di permanenza a Cagli, il gruppo
Loyola-Creighton-Gonzaga ha potuto usufruire per due volte dei servizi
offerti dal centro – piscine, idromassaggio e ristorazione.
“Frescina” è un centro benessere localizzato
a Cagli; oltre a offrire tutto il necessario per il “fitness”, “ Frescina” è anche
un ottimo agriturismo. Entrando nel ristorante la mia attenzione
si è subito volta verso un busto in bronzo. Così ho
chiesto al titolare, Lamberto Rossi, chi fosse. Mi ha risposto
che si trattava di suo nonno, Domenico Rossi, detto “l’americano”.
A questo punto la mia curiosità era stata ulteriormente
stuzzicata e così gli ho chiesto il motivo del soprannome.
Rossi, sorridendo, mi ha spiegato che era una lunga storia e così mi
ha fatto fare un tuffo nel passato per conoscere in breve la vita
di quest’ uomo
straordinario.
Domenico Rossi nasce alla fine del XIX secolo a Cava
di Gorgo a Cerbara; a 16 anni parte per la Svizzera, dove, lavorando
intensamente,
riesce
a mettere da parte soldi necessari per un viaggio in 3ª classe,
destinazione San Francisco in California. Giunto là, fu
tra quelli che effettivamente contribuirono alla costruzione della
città.
Rimase a San Francisco per circa 16 anni, frequentando la scuola
serale per imparare a leggere e scrivere in italiano e in inglese.
Poté assaporare
il sogno americano, facendo la scalata sociale da semplice manovale,
passando per il lampionaio fino a diventare
socio di una ditta che si occupava della produzione di giocattoli.
All’apice del successo, trovò nella cassetta della
posta una lettera della mamma che lo incitava a tornare a casa
e a sistemarsi.
La madre Gertrude diceva anche di avergli
trovato una brava ragazza da sposare.
Così, nei primi anni ‘20
tornò in Italia con
una considerevole somma di denaro in tasca, Lit. 400,000, cifra
incredibile per quei tempi. Decise subito di investire una parte
del capitale
(Lit.14000) per l’acquisto del podere “ Frescina”,
che prende il suo nome da “fiocina”, termine che in
dialetto locale indica lo strumento da pesca usato dagli antichi
abitanti
del luogo per pescare nel Fiume Candigliano – non si dimentichi
che a quei tempi la pesca costituiva un importante mezzo di sostentamento.
Il resto del patrimonio Domenico Rossi lo investì in banca.
Nel 1928 si sposò con Annunziata Paioncini e per il viaggio
di nozze noleggiò un aereo privato per andare a Venezia,
un vero evento per l’epoca. Affascinato dai velivoli, chiamò il
suo unico figlio Aereo, da cui il soprannome Reo, successivamente
trasformatosi in Leo.
Dopo la 2ª guerra mondiale, con la svalutazione
della lira, Domenico Rossi perse tutto il denaro investito in banca;
la sua unica ricchezza
era “Frescina”, così si dedico in tutto e per
tutto al podere, lavorando il terreno da solo.
Piantò tabacco,
vite e avviò una produzione di miele
con l’allevamento delle api. Nel 1950 estese la sua attività all’allevamento
di bovini, con un’ampia stalla per vitelli della razza “marchigiana”.
Le produzioni di “Frescina” andarono bene fino alla
fine del 1980, quando iniziò a farsi avanti la concorrenza
estera che fece crollare i prezzi delle produzioni nostrane. Nel
1990 (dopo
la morte di Domenico Rossi) “Frescina” fu trasformata
dagli eredi da semplice fattoria in Agriturismo - Centro Benessere.
Parte dei 700 ettari di terreno furono utilizzati per le strutture
agrituristiche che comprendono 100 posti letti tra la vecchia casa
padronale e i nuovi bungalow e altri 100 ricavati da case coloniche
site sul podere, usate in passato per il bestiame e oggi ristrutturate
con gusto e con tutti i confort. La scelta dell’attività agrituristica,
spiega Lamberto Rossi, dipendeva dalla volontà di valorizzare
questa zona dell’entroterra marchigiano, turisticamente sconosciuto,
per offrire una valida alternativa alla costa adriatica. La clientela,
a cui sono rivolti i servizi di “Frescina”, è piuttosto
vasta ed include sia italiani che stranieri.
Oggi, “Frescina” è un’azienda
famigliare a tutti gli affetti, dove lavorano insieme tre generazioni
di Rossi:
Leo Rossi, 74 anni, Lamberto Rossi, 46 anni e Leonardo Rossi, 21
anni.
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